Il doppiaggio è un mondo sempre più ambito da numerosi giovani. Eppure è oggetto di una profonda trasformazione.
Tra i tanti settori artistici, quello delle voci del doppiaggio italiano è uno dei più ambiti dai giovani. Eppure il settore è oggetto di una profonda trasformazione, che lo tiene in bilico tra opportunità di rilancio e un progressivo abbassamento della qualità. Quali sono le nuove opportunità del mestiere della voce? Prima ripercorriamo velocemente le cause di questo cambiamento.
Siamo sempre sessanta milioni di italiani, cresciuti, dal dopoguerra in poi, grazie all’influenza del cinema americano che ci ha trasmesso modelli, valori, aspirazioni. Un’arte nata come strumento di controllo della propaganda fascista diventò quindi il veicolo per crescere come democrazia, pagando inevitabilmente lo scotto di una progressiva americanizzazione, con diversi anticorpi (ricordate Alberto Sordi in “maccarone, m’hai provocato e mo’ te magno”?)
Il doppiaggio diventò quindi un’arte riconosciuta e malamente imitata da altri paesi non anglofoni, fino all’apoteosi offerta dalle televisioni commerciali italiane, che riproposero film, ma soprattutto serie tv che fecero la storia (Ally Mc Beal, ad esempio, una serie nella quale ho doppiato Robert Downey Jr).
Il pubblico italiano aveva una gran fame di nuovi contenuti e Mediaset e la Rai si contendevano le serie televisive migliori.
Gli anni e le trasformazioni tecnologiche hanno poi mutato radicalmente il contesto e le modalità con cui soprattutto le nuove generazioni si sono rapportate al medium video. Di conseguenza anche il mestiere della voce in tutte le sue forme, ha cambiato pelle
La televisione commerciale oggi è appannaggio di generazioni adulte e anziane, mentre millennial e zoomer fruiscono di contenuti video prevalentemente su YouTube, scegliendo ciò che vogliono vedere e quando vederlo. Oggi rappresentano oltre il trentacinque per cento della popolazione italiana. Nel web i contenuti sono moltiplicati, divisi in serie, post video di YouTuber, gameplay, recensioni, comedy, eccetera eccetera. Il punto è che sostanzialmente non sono doppiate, ma offerte in lingua originale.
E il doppiaggio? Ricordo solo un piccolo dettaglio: benché la popolazione mondiale stia crescendo vertiginosamente, quella italiana è sempre ancorata ai sessanta milioni, con la differenza che stiamo inesorabilmente invecchiando. Rimanendo costante il bacino di fruizione, l’incredibile messe di contenuti che si è riversata sui teleschermi grazie a reti satellitari e digitale terrestre, ha comunque bisogno di essere tradotta e doppiata. Sì, ma a che prezzo?
Se il doppiaggio è in crisi allora quali sono le opportunità offerte dal settore?
Il doppiaggio è quindi in crisi ma sempre più numerose sono le opportunità offerte dal settore per gli attori che vogliono mettere a frutto la loro capacità di intrattenere con la voce. Doppiare è sempre stato un’alternativa al lavoro dell’attore, tant’è che tanti attori famosi sono anche dei grandi doppiatori (non potrei dire altrettanto del contrario). Cito ad esempio il mitico Giancarlo Giannini, o ancora Ferruccio Amendola o Francesco Pannofino. Col tempo la sistematica incostanza degli attori, data da tournée e scritture presso teatri in giro per l’Italia, ha portato a una stanzialità del doppiatore italiano che si è offerto in tutta la propria reperibilità per garantire film e serie tv. Ma oggi?
Fioriscono le produzioni televisive, prevalentemente del tipo “reality”, con diverse serie tv per le grandi piattaforme on demand come Netflix e Amazon Prime Video. L’altra faccia della medaglia è che i budget si sono sensibilmente contratti, portando a compressioni dei compensi per i doppiatori realmente al limite della sostenibilità.
Passare le giornate al chiuso di una sala dando la voce a personaggi di altre culture che riempiono i palinsesti televisivi di prodotti trash, è un’ambizione che non ho mai avuto, e che alla fine logora l’artista che crede fermamente nel valore della propria prestazione.
Per di più molti doppiatori professionisti, spinti da un mercato che sta crescendo, offrono corsi di formazione per doppiatori un po’ in tutta Italia, soddisfacendo così la grande domanda in un settore che esercita un suo grande fascino ma che alla fine si dubita possa mantenere ciò che promette. Anche queste sono le nuove opportunità del mestiere della voce.
In pratica: stiamo formando tanti professionisti del microfono e del doppiaggio cinematografico e televisivo, senza sapere se mai potranno efficacemente sbarcare il lunario con questa professione.
Forse è il caso di non ancorarsi ai fasti del passato e capire come il lavoro del professionista della voce in Italia abbia tante altre opportunità di crescita per garantire un futuro roseo per coloro che vi si avvicinano.
I mille mestieri del microfono
Innanzitutto abbiamo la grande produzione di videogiochi che, in termini di investimenti, ha già da qualche anno superato quella cinematografica. In sostanza un titolo di videogioco internazionale, ha altrettanto budget di un film di grande incasso internazionale, per l’edizione localizzata in lingua italiana. Lo stesso Giancarlo Giannini ha doppiato Raul Menendez in Call of Duty: Black Ops II, a dimostrazione che i budget a disposizione del mondo dei videogiochi stanno diventando rilevanti tanto quanto quelli del cinema.
Ho dato la voce al comandante Shepard di Mass Effect II, in un episodico momento della mia carriera di voce televisiva e doppiatore. È stata un’esperienza interessante, benché avulsa completamente dal contesto. Una serie di frasi di cui raramente ti veniva spiegato il contesto, che diventano quasi incomprensibili, laddove la storia assume dei rilievi fantastici seguendo una logica indecifrabile. È la difficoltà che ho dovuto affrontare e probabilmente a causa della quale non sono arrivato ai game player che hanno criticato la mia prestazione. Un videogioco è qualcosa di estremamente serio, ragazzi. Quando vi capiterà lo scoprirete sulla vostra pelle.
Quello dei videogiochi è dunque un fronte importante per chi intende entrare come voce professionale nel mondo dell’entertainment. Il videogame ne è diventato un pezzo imprescindibile. Ma non è il solo ambito di ingaggio per una voce professionale dell’entertainment. Bisogna essere pronti a offrire tutte le sfumature delle proprie emozioni in ogni ambito e dosare attentamente il mix delle potenziali occasioni di ingaggio, per cogliere tutte le nuove opportunità del mestiere della voce..
Un po’ di video games, un po’ di doppiaggio, qualche serie tv possono fare una carriera in questa terza decade degli anni 2000, ma dobbiamo tenerci pronti a notevoli trasformazioni che seguono l’evoluzione tecnologica.
Preparazione e determinazione: le chiavi del successo.
Essere pronti dunque a interpretare con le emozioni ogni sfumatura del vivere umano è alla base del lavoro della voce professionale del cinema, della televisione, dei videogiochi.
Ma non finisce qui. La realtà virtuale è un universo che ancora deve dare il meglio di sé, con produzioni che creeranno mondi virtuali cui offrire sentimento ed emozioni. E ancora la augmented reality richiederà commenti sonori a beneficio di utilizzatori in innumerevoli ambiti di applicazione, dal turismo all’industria, dalle istruzioni ai tutorial.
Un altro settore in grande ascesa è quello del podcast, che ha per definizione bisogno di voci utili a raccontare una storia o a condurre un’inchiesta. In questo caso ci troviamo davanti a una nuova sfida per il doppiatore che non sa come fare un podcast di successo. Egli perde il riferimento sicuro del copione, per avventurarsi in un universo nuovo, nel quale diventa interprete di senso, soggetto creatore di significato. In una parola: il podcast richiede coinvolgimento. Interpretare un testo rischia di dare al contenuto un’allure di freddezza che lo rende poco efficace a chi è abituato ad ascoltare podcast per elevare la propria mente.
In definitiva, per chi si avvicina al mondo del doppiaggio e dello speakeraggio in generale, bisogna solamente mostrarsi pronti, preparati, tecnologicamente in grado di comprendere che cosa venga richiesto da parte di una committenza per la quale l’utilizzo di una voce, sia essa di un doppiatore o di uno speaker, rappresenterà la linea di collegamento essenziale tra un mondo del quale poco sappiamo in termini di emozioni e capacità di generare empatia, e gli esseri umani che si confronteranno con esso, alla ricerca di momenti nei quali rilassarsi, divertirsi, o apprendere.
Quali che siano le nuove opportunità del mestiere della voce…
Noi voci della televisione, del cinema e del teatro, ci saremo!